La sconfitta al primo turno degli Internazionali Under 18 “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini non scalfisce minimamente lo strepitoso 2017 di Lorenzo Musetti. Il giovanissimo classe 2002 carrarese, allenato a La Spezia da Simone Tartarini presso lo Junior San Benedetto, è letteralmente esploso nei “Grade 2” precedenti al “Grade 1” del Cerri: a Firenze è giunto ai quarti di finale, a Salsomaggiore è arrivata una clamorosa finale. Grazie a questi risultati, Musetti è attualmente il terzo tennista italiano con il miglior piazzamento nel ranking internazionale ITF under 18: davvero niente male, pensando che la classifica comprende anche atleti di tre anni più vecchi rispetto a Lorenzo…
Sei uno dei più giovani partecipanti al torneo, ma nonostante questo stai ottenendo risultati eccellenti: ti aspettavi questo exploit così precoce?
Prima di Firenze non pensavo di ottenere questi risultati così velocemente: fino ad allora avevo partecipato a tornei solamente di Grado 4 e 5. I quarti raggiunti alle Cascine mi hanno dato enorme fiducia e la finale a Salsomaggiore è frutto di questa crescita, anche se non mi aspettavo di giungere sino alla finale.
A Santa Croce purtroppo la tua scia vincente si è interrotta…
Ci tenevo molto a far bene qui, anche per ringraziare gli organizzatori per la wild card ricevuta. Ho ancora possibilità di incrementare il mio ranking per entrare nelle qualificazioni di Wimbledon. Giocare un giorno nel Grand Slam sull’erba londinese è il mio sogno: iniziare a assaporarlo con il torneo Juniores sarebbe bellissimo… La sconfitta a Santa Croce non ci voleva, ma posso già rifarmi la prossima settimana al Bonfiglio.
Non hai mai nascosto di avere obiettivi importanti per il futuro: altri tuoi connazionali, dopo una brillante carriera giovanile, non sono riusciti a confermare le aspettative successivamente. Per te questo è motivo di pressione o di stimolo?
Avere alte aspettative comporta sempre dover sopportare delle pressioni, fa parte del gioco e di quello che sperò sarà il mio lavoro: se non fossi consapevole di questa cosa, dovrei fare altro nella vita. Tuttavia sono molto tranquillo e so che c’è bisogno di tempo per crescere: anche se dovessi affrontare delle difficoltà e i risultati non arrivassero subito, non mi scoraggerei di certo.
Per chi ancora non ti conoscesse, che tipo di giocatore sei?
Mi piace essere aggressivo da fondo campo, costruendomi il punto con il diritto. Fisicamente sto crescendo e quest’anno ho lavorato molto da questo punto di vista. Sul lato mentale devo ancora migliorare per quanto riguarda la continuità all’interno del match e evitare troppi cali di tensione. Con il mio maestro Simone Tartarini, che mi segue da quando sono piccolo, ho intenzione di proseguire su questa strada anche in futuro.
Quest’anno stai iniziando a capire cosa significa essere un professionista: riesci a conciliare i tuoi impegni tennistici con la vita “normale” di un ragazzo di quindici anni?
Frequento il liceo linguistico e per fortuna ho ottimi voti: i professori mi vengono incontro con le assenze, ma da parte mia ci metto tanto impegno per andare bene anche a scuola. Tra gli studi e, soprattutto, gli allenamenti e i tornei, di tempo libero ce n’è poco per vedere i miei amici o uscire. Questo è il percorso che ho scelto e non vivo tutto ciò come un sacrificio, ma come degli step necessari per raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato.
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